Cosa è il Gyotaku? Me lo sono chiesta qualche tempo fa al mercato del pesce di Genova guardando l’artista spagnolo Eduard Pages mentre disegnava pesci in modo del tutto particolare.
Nella lingua giapponese “Gyotaku” significa impronta di pesce, da gyo “pesce” e taku” sfregamento” ed è nato nel 1600 per rendere omaggio alla generosità del mare e si narra che anche i samurai praticavano questa tecnica che gli serviva come esercizio di meditazione e autocontrollo.
E come si fa? L’antica tecnica permette di rilevare l’impronta di un pesce su carta di riso e imprigionarne lo spirito e la fierezza. Si prende un pesce, si stende su un piano, poi si dipinge con il nero di seppia, e a quel punto si prende un foglio di carta di riso e si appoggia sopra. Da li in poi, saranno le nostre mani con piccole pressioni a ricavarne la forma perfetta del pesce.
Attraverso l’esecuzione dei Gyotaku si riesce a cogliere l’essenza e la bellezza delle creature acquatiche e s’impara a modulare la pressione delle mani nell’eseguire l’impronta del pesce sulla carta di riso. Un modo diverso per imparare l‘anatomia dei pesci.
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