Tutti gli anni si ripete la solita musica: Stefania quando posso piantare i gerani? Ma io per Pasqua voglio che il balcone sia fiorito! Ma io pianto le petunie che danno colore, tanto il freddo è passato… Fate sempre come vi pare, perché allora mi chiedete i consigli? Poi arrivano i “Santi del Ghiaccio” e sciupano tutto, e vi sta pure bene!
Scrivo questo piccolo sfogo rivolto a chi mi tempesta di messaggi sulle fioriture estive e non ha la pazienza di aspettare! La “bramosia” è più forte di voi, volete mettere i gerani appena usciti di serra i primi giorni di aprile? Fatelo pure, poi non vi lamentate se a maggio i “Santi del Ghiaccio” si fanno sentire…
Ormai con la mia lunga esperienza da giardiniera, so che fino al venti di maggio, il piumino verde con il cappuccio per andare a lavoro, deve restare nel baule della macchina. Anche se ora parto di casa con la felpa e a mezza giornata sono già in maglietta a maniche corte, so che quel piumino deve stare in macchina. Ormai è un dato di fatto dal dieci al venti maggio, il meteo cambia sempre, in peggio…
Secondo la credenza popolare, le date dei santi del ghiaccio rappresentano un periodo in cui il gelo ritorna nonostante la primavera mite, che può essere fatale per alcune piante. Si noti che prima dei santi di ghiaccio, un altro periodo critico è legato ai cavalieri freddi: San Giorgio, San Marco San Roberto e San Filippo che corrispondono alle date del 23, 25, 29 aprile e 1 maggio.
In tutta Europa, sappiamo che l’11 maggio è San Mamerto, vescovo di Vienna, in Italia è considerato solo parzialmente (anche se domani le previsioni meteo sono da brivido), mentre il 12, il 13 e il 14 maggio ovvero San Pancrazio, San Servazio e San Bonifacio di Tarso sono quelli più da temere.
I giardinieri preferiscono attendere che i santi del ghiaccio siano passati prima di piantare… Se tu, invece, hai gia messo a dimora le piante, non esitare a proteggerle con un telo invernale o una pacciamatura per limitare i danni delle ultime gelate.
“Maggio per quanto bello, salva un granello di ghiaccio; un po’ per San Pancrazio, un po’ per San Servazio e il resto per San Bonifazio”.
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