Le cose belle arrivano davvero all’improvviso, come la proposta inaspettata di un’amica: cosa fai domani? Perché non vieni a seminare il farro con me? Nelle Marche?
Marche, al solo pronunciare la parolina magica, il mi cuore si è aperto, ed ho detto subito di si. Chi mi conosce sa bene quanto sia legata alle Marche, e poi ad Urbino era tanto tempo che non andavo. Così una calda mattina di ottobre abbiamo oltrepassato il passo di Bocca Trabaria, e il verde marchigiano era li che ci aspettava.
Massimo Fiorani, della Prometeo di Urbino, da oltre venti anni crede e investe nel farro e nei legumi, tanto da passare una parte della vita a ricercare le soluzioni e i prodotti migliori, e i contadini migliori per produrre farro biologico e legumi di qualità. E per far capire che c’è farro e farro, e pietra e pietra, ha organizzato una semina collettiva, dove grandi e piccini hanno potuto mettere a dimora diverse specie di semi.
Oriana Porfiri è un’agronoma, la mente che ha ideato la giornata, preparato le particelle da seminare, gli attrezzi e i sementi. Sentirla parlare apre davvero la mente e dal suo discorso è emerso questo:
Il farro è il capostipite del frumento e il seme deve produrre una pianta sana e robusta e deve essere riutilizzato e riseminato.
Si devono conoscere sia i prodotti che i produttori e riappropriarsi del valore del cibo.
Bisogna prenderci davvero cura dell’ambiente e essere vicini agli agricoltori.
La storia del frumento è la storia dell’agricoltura e la sua evoluzione.
Le piante non sono museo ma sono vita.
Noi dobbiamo adattarci all’esigenza della terra e delle piante e alla stagionalità.
Per la semina abbiamo utilizzato il monococco e il dicocco o farro comune che è un frumento duro e il Turanico.
La Ruscia Abruzzese e Ruscia Siciliana come grani duri. Tra i grani teneri il Mentana, è una delle varietà più diffuse.
La Rosciola e la Solina d’Abruzzo che è un grano molto resistente al freddo, un grano invernale.
Il Gentil Rosso molto diffuso nel centro Italia. La Iervicella.
E la cosa da ricordare sempre è che tutti i grani contengono glutine in quantità diversa e che c’è pietra e pietra. Non basta leggere farina macinata a pietra per dire che è un prodotto di qualità, perché purtroppo ci sono anche le pietre non blocco unico, ma di graniglia mescolata a cemento e queste non vanno bene, perché rilasciano residui nella lavorazione.
Tra tutte queste lavorazioni, nascono i prodotti, tra cui I Turanici: una collaborazione tra due realtà marchigiane, la Prometeo Urbino e la Pasta Mancini, e quest’ultima fa parte degli UNICI. Gli Unici sono sette amici produttori, interpreti delle più virtuose realtà della gastronomia italiana, uniscono i propri talenti lavorando insieme per raggiungere eccellenza nella qualità dei prodotti e dell’immagine, che è precisa ed originale.
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