Il mio articolo su Toscana e Chianti News di giugno.
Sobria e adagiata su un declivio di un basso colle, appare Arezzo da lontano,contornata da ben otto cinta di mura, come narra la tradizione. Storia raccontata in modo egregio dalla sua Piazza Grande, cuore della città. La piazza famosa per i suoi palazzi, le “Logge del Vasari” e una delle fiere antiquarie più importanti d’Italia, ospita anche la manifestazione cavalleresca della Giostra del Saracino. Il gioco è di antica tradizione e affonda le sue radici nella secolare lotta tra cattolici e musulmani.
La carriera si svolge ogni anno in due occasioni: per San Donato, Patrono della città, viene rappresentata in notturna il penultimo sabato di giugno, che quest’anno cade il 18, e l’edizione “diurna”, si svolge la prima domenica di settembre. Sono quattro gli antichi quartieri che partecipano alla sfida: Porta Crucifera con i colori verde e rosso, Porta del Foro, dai toni gialli e cremisi, Porta Sant’Andrea con le effigie bianco verdi e la Porta del Borgo, oggi Porta Santo Spirito con i toni del giallo e dell’azzurro. L’apertura della giostra è affidata alla lettura del bando da parte di Araldo, dopo di che ha inizio il variopinto corteo di figuranti in costume.
Il torneo si svolge secondo gli ordini del Maestro di Campo, e la giostra si apre al suono di trombe e di tamburi, con l’ingresso in Piazza Grande degli antichi gonfaloni della città. Seguono l’esibizione degli sbandieratori, l’ingresso al galoppo dei giostratori, lo schieramento sulla lizza dei cavalieri. Ancora Araldo legge la Disfida di Buratto, una composizione poetica risalente al mille seicento, poi tocca il saluto da parte dei balestrieri e degli alabardieri al grido di “Arezzo”. I cavalieri delle quattro porte, si gettano al galoppo contro il Saracino, una sagoma corazzata che rappresenta un saraceno .
Vince la competizione la coppia di cavalieri che colpisce più volte lo scudo del Saracino. Ai trionfatori, va in premio l’ambita lancia d’oro e al termine della giostra, vengono sparati colpi di mortaio in onore del quartiere vincitore. Le regole del torneo, sono contenute in un “regolamento tecnico” e sono di facile comprensione, ma al tempo stesso tali da garantire una suspence prolungata. L’esito della gara, resta incero fino all’ultimo, a causa dei frequenti colpi di scena, che vanno dalla squalifica del giostratore, al raddoppio del punteggio, in caso di rottura della lancia nel violento impatto con il Saracino.
L’edizione in notturna è caratterizzata, il venerdì precedente al “Saracino”dall’estrazione a sorte delle carriere: alle 21.00 il corteo degli “Armati” raggiunge il Palazzo dei Priori e qui avviene la consegna dello scettro da parte del Sindaco e al Maestro di Campo. Successivamente i paggetti dei quartieri, estraggono l’ordine delle correre. A seguire il giuramento dei Capitani e l’estrazione delle lance per correre la giostra. Quindi la “Lancia d’Oro, viene portata in cattedrale, dove rimarrà fino al giorno della giostra.
Nei giorni successivi, si terranno le prove dei giostratori: dapprima quelle dei cavalieri esordienti, seguite da quelle dei giostratori titolari. Il giovedì si proseguirà alla “bollatura dei cavalli”, fino ad arrivare alla prova generale, e alla sera prima del torneo, dove in ogni quartiere si consumerà la cena propiziatoria.
Stefania Pianigiani
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